Borghi? Turismo lento? Rarefatto? Dalla crisi destinazioni che non sono nuove e che rischiano molto!

Borghi? Turismo lento? Rarefatto? Dalla crisi destinazioni che non sono nuove e che rischiano molto!

Il posizionamento: strumenti essenziali

La crisi in corso porterà a nuove sensibilità e a nuovi bisogni per molti viaggiatori. Le località da molti considerate secondarie avranno una importante opportunità: borghi, cammini, entroterra. 
Tutti i luoghi poco accessibili avranno una rinnovata opzione di sviluppo. Dove la sostenibilità deve essere un punto di partenza, non un obiettivo.
Come evolvere esperienze coerenti con i nuovi modelli di relazione interpersonale? Come affrontare il limite della scarsa capacità commercializzazione?

Turismo come opzione di sviluppo

In questa riflessione TURISMO 0.0 – Ritorno al’essenza ci sembra interessante fare un approfondimento su quelle parti del Paese ad alto potenziale ancora inespresso. Quei luoghi meno noti che sono anche l’essenza del nostro paesaggio e della nostra storia.

Di piccoli paesi, borghi ed entroterra negli ultimi se ne sono occupati in molti. Sicuramente sono ambiti dove c’è ancora  una ricchezza di attrattori e di operatori non ancora connessi tra loro e non ancora resi esperienza fruibile.

Anche su cammini e percorsi (a piedi, in bicicletta e con altre modalità slow)  c’è una crescente attenzione. Sono spesso modi nuovi per collegare e fruire una varietà di elementi di interesse e di accelerarne la fruizione.

Quello che spesso manca è un chiaro percorso di valorizzazione, che in sintesi:

  • parta dall’identità del luogo
  • evidenzi le varie potenzialità 
  • le metta in rete, ne faccia prodotti 
  • li metta concretamente sul mercato e li promuova.

In sintesi è il processo che porta un luogo ad essere una destinazione turistica!

Ne abbiamo parlato anche in questa riflessione sul percorso di valorizzazione da risorse al mercato.

Questo articolo contiene elementi utili e che possano interessare dei tuoi contatti? 

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Sistemi fragili

Nei contesti sopra citati spesso vi è un circolo vizioso. Vi è una economia debole e la concorrenza di altri poli di attrazione per i fattori lavoro e di sviluppo (spesso le città o i distretti più organizzati).

Si indebolisce il sistema locale, mancano le prospettive, si avvia un processo di spopolamento. Ne consegue una minore disponibilità di risorse, una mancanza di presidio territoriale, una diminuzione dei vari servizi. 

Soffre intanto il legame della comunità, si impoverisce il tessuto socioeconomico complessivo. Si arriva prima o poi ad una soglia minima di potere di aggregazione sociale, sotto la quale c’è un rischio di dissoluzione


Come un campo magnetico che tiene unite le cose, la coesione sociale si indebolisce, via via e poi può disperdersi del tutto.

Il discorso è senz’altro più complesso e raffinato, ma crediamo che questa sia una dinamica ricorrente. La vera forza di un territorio sono i legami sociali e comunitari.

La possibilità di mantenerli, curarli e svilupparli è legata alla economia reale. Nel post turismo e innovazione sociale si approfondisce il tutto.

 

Il turismo come opportunità 

Il turismo in questi ambiti è visto spesso come opportunità di rilancio strutturale. Perché è legato alle altre economie ed è capace di innescare varie e diverse attività del territorio. Pensiamo all’economia della cultura, all’enogastronomia, all’artigianato, ai vari servizi aggiuntivi, al sistema di accoglienza complessivo.

Vi sono alcuni elementi nei percorsi di valorizzazione che possono fare la differenza e contribuire ad attivare sviluppo economica durevole basato sull’economia del turismo.

Non diamo per scontato anzitutto che serve sempre un approccio:

  • sostenibile (dai diversi punti di vista, almeno ambientale, sociale, economico)
  • concertato e condiviso.

La progettazione condivisa non è solo una necessità, è soprattutto una opportunità. E’ l’occasione di attivare energie, contributi, conoscenze  che possono arricchire e legare all’identità locale il percorso di sviluppo stesso.

Ma si può e si deve andare oltre. Il focus per Starting4 è infatti sulle relazioni, sul valore interpersonale che un processo di creazione del prodotto turistico può generare:

  • tra i cittadini (legati o meno alla filiera turistica)
  • tra visitatori e comunità locale stessa. 

Lavorando con e sulle persone si possono disinnescare gli elementi bloccanti, le credenze, le visioni parziali e pregiudizi e rilasciare così il massimo della spinta e delle potenzialità!

Qui un approfondimento proprio sull’importanza del team e delle motivazioni!

 

Sulla sostenibilità come strategia di partenza e non obiettivo tattico rimando a questo post: Turismo, comunità, destinazione.

Come le crisi può trasformare le esperienze

In questa serie di contributi verso l’essenziale ci siamo ispirati al concetto di solidità (vedi qui il post di apertura con i 7 passi fondamentali per superare la crisi).

Ecco che in un momento di crisi e trasformazione questi sistemi fragili possono vedere accelerate le problematicità. Ma possono anche cogliere alcune importanti opportunità.

Come la crisi cambierà i bisogni e le aspettative del viaggiatore? Quali aspetti del suo comportamento potranno modificarsi, anche in modo non conscio

Non sappiamo quando e come la crisi in corso finirà e nemmeno quando ci saranno le condizioni per intraprendere viaggi. Ma è ragionevole immaginare alcuni primi elementi. 

  • Il turismo di prossimità sarà tra i primi a ripartire
  • ovviamente di tipo domestico (italiani in Italia)   
  • gli ambiti a bassa densità antropica avranno un extra appeal
  • l’outdoor sarà tipologia a rilevanza crescente  
  • micro esperienze e mini avventure avranno più spazio che mai.

Le esperienza lente combinano questi elementi, e l’economia dell’autentico – ben progettata e ben disegnata – prolungherà le sue fortune. 

In questi ambiti c’è quindi un ragionevole opportunità: una domanda turistica interessata ad esperienze piccole, lente e rarefatte. Rispettose di un senso e un uso diverso del tempo e dello spazio. 

 

I cambiamenti personali

Questa fase di trasformazione sociale dovuta al Covid 19 infatti ci sta mutando, anche in forme che ancora non vediamo e non riconosciamo. 

Appena sarà possibile ripartire infatti, almeno per una parte di noi, ci sarà un confronto interiore tra vari fattori:

  • desiderio di socialità
  • voglia di ripartenza
  • desiderio di outdoor
  • prudenza 
  • senso di vulnerabilità 
  • bisogno di rassicurazione.

Intanto si saranno formate dentro di noi:

  • una nuova scala di valori (necessario vs superfluo)
  • una nuova prossemica (significato delle distanze)
  • una nuova sensibilità alla pressione antropica (non solo ambientale ma personale).
Sarà importante saper progettare esperienze capaci di ascoltare ed interpretare una nuova gamma di bisogni, di desideri e – ancora per un po’- di paure

Esperienze in equilibrio tra voglia di trasformazione e di rassicurazione! 

Due fattori chiave: capacità di carico e vendita!

I territori che abbiamo chiamato rarefatti avranno delle carte in più in questo senso. Recuperando infatti un concetto un po’ antico avremo una capacità di carico soggettiva. Non basata su indicatori oggettivi riconducibili alla capacità di erogare un servizio ma su una percezione personale. 

Qual’è il massimo numero di persone con cui sono disposto a condividere un certo spazio-tempo-risorsa prima di sentirmi a disagio? Ne riparleremo, è troppo interessante.

Ma resta un importante elemento che è un punto debole del turismo italiano e delle destinazioni minori: la capacità di divenire prodotto e di commercializzarsiAnche su questo punto faremo un articolo dedicato, essendo l’orientamento alla vendita una caratteristica fondamentale del modello di lavoro di Starting4.

In questo altro contributo di TURISMO 0.0 – Ritorno all’essenza vediamo i 4 passi per realizzare una Comunità-destinazione! 

E qui un’ulteriore riflessione sul tema: L’insostenibile leggerezza dei borghi! 

 

Photo cover by Lukasz Czechowicz on Unsplash

Photo vy Clay Banks on Unsplash

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